Cipollino e i suoi fratelli
A cura di F. Caprino
A cura di F. Caprino
Il rapporto di Gianni Rodari con il piccolo e grande schermo, e ancor di più il rapporto del piccolo e grande schermo con Gianni Rodari, sono temi ancora poco esplorati.
Se, in Italia, molti ricordano gli adattamenti della Freccia Azzurra (D’Alò, 1996) o della Torta in Cielo (Del Fra, 1973), pochi conoscono l’incredibile influsso dell’opera rodariana sulla produzione audiovisiva dall’altra parte di quella che un tempo veniva chiamata la cortina di ferro.
Basti pensare che su sedici produzioni, dagli anni Cinquanta oggi, solo tre sono state realizzate fuori dal “blocco sovietico”, di queste due sono italiane e una sola è stata fatta in Francia, da un’autrice italiana.
A partire dalla prima metà degli anni Cinquanta, Rodari conobbe una enorme popolarità in Unione Sovietica, grazie alla pubblicazione delle sue filastrocche, tradotte a partire dal 1953 dallo scrittore e poeta Maršak, e, ancor di più, grazie al Romanzo di Cipollino che nel giro di pochissimi anni vendette milioni di copie.
Il successo di Cipollino, piccolo eroe-cipolla che lotta contro le ingiustizie e le sopraffazioni dei più potenti, non si limitò al libro, estendendosi e amplificandosi grazie a quello che oggi viene chiamato merchandising.
Pupazzi, quaderni, decorazioni natalizie, medagliette, spille, distintivi, poster, dolci, marionette, e peluche di Cipollino e dei suoi compagni invasero per decenni le case sovietiche divenendo nel tempo, oggetti da collezione venduti a caro prezzo.
I personaggi di Rodari e in particolare i protagonisti della produzione pre-einaudiana come Cipollino e Gelsomino (oggi semi-dimenticati in Italia), hanno accompagnato generazioni di bambini dell’Unione Sovietica e di molti paesi dell’est, e sono tuttora conosciutissimi anche grazie alle continue ristampe, alla messa in scena di spettacoli (dal teatro di prosa fino al balletto e alle marionette), alle molte iniziative culturali dedicate tutt’oggi a questo autore.