Le favole della verità

(Skazki pravdi’ – URSS, 1961)

Le favole della verità è un film sovietico che utilizza come espediente narrativo la figura di Cipollino, già popolarissimo all’inizio degli anni Sessanta, che dialogando con “il signor Rodari” (di cui possiamo solo udire la voce) ci porta in un viaggio nell’Italia del dopoguerra. 

All’apertura del film, che mostra immagini da cartolina del nostro paese e delle sue città d’arte, fanno seguito scene in cui viene disvelata la miseria del popolo italiano.

Lo sfruttamento sul lavoro, le abitazioni fatiscenti e malsane, le disuguaglianze sociali sono messe in scena in stile teatrale; in particolare il film ci mostra le sofferenze dei bambini, spesso costretti alle stesse fatiche dei loro genitori, impossibilitati a godere dei giochi e degli svaghi dell’infanzia.

Cipollino si commuove fino alle lacrime nel vedere tanta iniquità e vorrebbe poter fare qualcosa. 

Il personaggio di Rodari ripercorre allora la sua infanzia da figlio di un povero fornaio, gli studi giovanili per divenire insegnante, l’ascesa del fascismo e il suo crollo, la guerra. 

Il narratore prosegue spiegando che pur essendosi liberata dalla dittatura l’Italia è ancora un paese dove pochi privilegiati detengono la maggior parte delle ricchezze e che un patto scellerato con una grande potenza straniera potrebbe portare a una nuova guerra.  

Le proteste del popolo (rappresentate con chiaro riferimento al luglio caldo del 1960 e alla repressione del periodo Scelba-Tambroni) sono contrastate con violenza dalle forze dell’ordine. 

Ma Rodari indica a Cipollino la via del riscatto: la speranza in un mondo nuovo non può morire, un giorno la pace e l’uguaglianza regneranno su tutto il pianeta. 

In un crescendo retorico il film si conclude con un trionfo di colombe bianche e con una corsa sfrenata di bambini ridenti: Cipollino può finalmente guardare al futuro con ottimismo. 

Il film, prodotto per la televisione e successivamente proposto nelle sale cinematografiche, è del tutto in linea con il materiale propagandistico dell’epoca.  

Regia: Vadim Gnedkov

Soggetto: Gianni Rodari

Sceneggiatura: Victor Bespalov

Interpreti: Elvira Garina, D. Gunther, S.Demochkin, V. Bespalov, V. Agamian, M.Manyunin, V. Yampolskiy, L. Grigoriev, K. Osipova, L. Opalev, K. Gorbunov, E. Cherepanov, A. Yaksh, I. Kurovskiy, L. Sikoruk, Z. Berendeeva

Fotografia: n.d.

Riprese: N. Melikhov 

Montaggio: n.d.

Musiche: L. Moiseeva

Suono: K. Volkov

Produzione: Studi televisivi di Novosibirsk

Anno di produzione: 1961

Durata: 29’

Tipologia: cortometraggio

Genere: fantastico

Paese: URSS 

Distributore: n.d.

Data di uscita: n.d.

Formato di ripresa: n.d.

Formato di proiezione: n.d.

Titolo originale: Skazki pravdi’

Altri titoli: n.d.

Premi e riconoscimenti: n.d.

Scheda a cura di Francesca Caprino, si ringrazia Liliia Avramenko per la collaborazione alla traduzione

Vadim Gnedkov

Regista e sceneggiatore cinematografico, Vadim Gnedkov è nato nella città russa di Guryevsk nel 1932.

Dopo essersi laureato presso l’Istituto pedagogico di Novosibirsk lavorò come insegnante e fondò un collettivo teatrale studentesco che attirò giovani attori e artisti che in seguito avrebbero avuto una brillante carriera nel mondo dello spettacolo 

Nel 1957, all’apertura dello studio televisivo di Novosibirsk, iniziò a collaborare con l’emittente, divenendone in breve tempo il direttore.

Nei primi anni Sessanta, terminati gli studi in regia presso l’Istituto Statale di Arti dello Spettacolo di Mosca, diresse un ingente numero di film e documentari (prevalentemente per la televisione) oltre a cimentarsi nella regia teatrale. 

Negli ultimi anni di vita si dedicò all’insegnamento per conto dell’Unione dei Cineasti Russi.

È scomparso nel 2000.