THE BOY FROM NAPLES  

(MALCHIK IS NEAPOLYA, URSS, 1958)

Il cortometraggio di animazione ha per protagonista Ciccio, uno scugnizzo rimasto orfano dei genitori.
Nelle prime scene vediamo il bambino scalzo e misero, aggirarsi in una Napoli a metà tra il fantastico e il neorealista, dedicandosi a umili lavori per poter guadagnare qualche soldo. Dopo poco entra in scena un misterioso personaggio dalle dimensioni minuscole, una sorta di folletto mediterraneo, che possiede un
globo magico (raffigurato come un mappamondo) in grado di tramutare il brutto in bello e il cattivo in buono.
Una strega malvagia vuole mettere le mani su questo oggetto incantato e incarica un lupo di trovarlo e di distruggerlo. Il lupo riesce parzialmente nell’intento, rompendo il globo e facendo sprofondare la città nello squallore e nella desolazione. Sarà il coraggioso Ciccio, dopo molte vicissitudini, a sventare il piano della megera, facendo riparare il globo magico dalla buona fatina azzurra e assicurando a tutti i bambini un futuro di pace e di felicità.
Sebbene il film si dica nei titoli di testa ispirato alle opere di Gianni Rodari, la sceneggiatura non trova riscontri sostanziali in nessuna opera dell’autore. In modo ironico è lo stesso Ciccio a dircelo: quando gli viene chiesto “da quale favola vieni?” risponde: “non vengo da nessuna favola, vengo da Napoli”.
Non può tuttavia sfuggire la circostanza che vede il protagonista portare lo stesso nome del bambino a cui, sulle pagine dell’Unità, Rodari dedicò una filastrocca nel 1949, in risposta a una lettera scritta da una madre scoraggiata dalle precarie condizioni economiche della sua famiglia, filastrocca che fu in seguito pubblicata in URSS in una raccolta che ebbe un enorme successo. Ulteriori suggestioni sembrano riportare ad altre composizioni di Rodari pubblicate nei primi anni Cinquanta come “Napoli senza sole” 2 . Elementi di fiabe tradizionali (il gatto con gli stivali, in versione “cosacca”, Cappuccetto rosso, Alice nel paese delle Meraviglie) si fondono con elementi moderni che hanno suggerito ad alcuni la presenza di riferimenti geopolitici e di attualità come la costruzione di basi NATO sul territorio italiano e l’incrinarsi dei rapporti dell’Italia con l’Unione Sovietica.
Di Rodari affiorano spunti pacifisti e universalisti oltre che l’indignazione per il lavoro minorile e la povertà.

 

Regia: Ivan Aksenchuk

Soggetto: Gianni Rodari

Sceneggiatura: Alexander Garich 

Interpreti: Aleksandra Babaeva, Sergey Martinson, Margarita Korabelnikova, Georgiy Vitsin (voci)

Fotografia: Nikolay Voinov

Riprese: n.d.

Montaggio: n.d.

Musiche: Eduard Kolmanovsky 

Suono: Nikolay Prilutskiy

Produzione: Sojuzmul’tfil’m 

Anno di produzione: 1958

Durata: 21’

Tipologia: cortometraggio 

Genere: animazione

Paese: URSS

Distributore: n.d.

Data di uscita: n.d.

Formato di ripresa: n.d.

Formato di proiezione: n.d.

Titolo originale: Malchik is Neapolya

Altri titoli: The Boy from Naples 

Premi e riconoscimenti: n.d.

Scheda a cura di Francesca Caprino

Nato nel 1918 nel piccolo villaggio russo di Prosyanye Polyany, ha studiato pittura prima di essere arruolato nell’esercito durante la Seconda Guerra Mondiale alla fine della quale si congederà con il grado di ufficiale.
Nel dopoguerra, presso lo studio cinematografico Soyuzmultfilm studia le tecniche di animazione; nello stesso periodo lavora come fumettista e assistente alla regia per poi divenire direttore di animazione, nel 1953.
Autore di moltissimi film e cortometraggi di animazione, realizzati con le tecniche tradizionali, ha lavorato su fiabe classiche oltre che su opere di stampo propagandistico, indirizzate al pubblico infantile.
Vincitore di numerosi premi nazionali e internazionali, Aksenchuk si è spento a Mosca nel 1999.