Pomodoro in gabbia
Tratto dall’edizione n° 2 – Pubblicato il 10 settembre 1950
Pomodoro in gabbia
Tratto dall’edizione n° 2 – Pubblicato il 10 settembre 1950
Pif e l’uomo di neve
Tratto dall’edizione n° 1 del Pioniere pubblicato il 6 gennaio 1957
La città sepolta
Tratto dall’edizione n° 14 del Pioniere pubblicato il 3 dicembre 1950
[Soggetto di M. Serra – Disegni di P. Onesti]
La città sepolta
Tratto dall’edizione n° 9 del Pioniere – Pubblicato il 29 ottobre 1950
[Soggetto di M. Serra – Disegni di P. Onesti]
“Ci vuole un fiore” di Sergio Endrigo, Dischi Ricordi, 1974
Parole di Gianni Rodari, musiche di Sergio Endrigo e Luis Bacalov
“Telefonai a Gianni Rodari che stimavo molto e lui mi fissò un appuntamento a casa sua.. Gli portai l’LP L’Arca per dimostrargli che non era una cosa raffazzonata per bambini ma un disco molto bello con magnifici arrangiamenti di Bacalov. Gianni Rodari era una persona deliziosa. Ascoltò attentamente tutto il disco e mi diede una ventina di testi da musicare. La musica la inventammo io e Bacalov e quando il disco fu pronto invitai Rodari a sentirlo nello studio dove l’avevamo inciso: Ad ogni finale di un brano, Rodari si alzava e applaudiva. Era un disco veramente bello, ma il suo successo, secondo me, fu dovuto anche ad una nostra inconscia trovata. Perché i bambini dello “Zecchino d’oro” sono bravissimi e simpatici ma secondo me piacciono più ai genitori e ai nonni che ai bambini stessi. Il bambino chiede al papà o alla mamma di cantargli una ninna nanna o di raccontargli una favola… Fu così che nel disco Ci Vuole Un Fiore, l’adulto canta e i bambini rispondono” (S. Endrigo, da www.sergioendrigo.it)
Il disco includeva un inserto con i testi dell’autore e anche pagine bianche con l’invito di usarle per creare disegni o pensierini ispirati ai temi delle canzoni. Un disco “interattivo” quindi, in linea con il pensiero Rodariano che prevedeva di coinvolgere i piccoli ascoltatori a creare qualcosa di nuovo e condividerlo inviando a “Il Corriere dei Piccoli”. In collaborazione con la nota rivista, fu infatti indetto un concorso a cui era possibile partecipare anche quale scuola, con un lavoro collettivo, gli elaborati più belli sarebbero stati premiati con un giradischi stereofonico.