Gianni Rodari nasce il 23 ottobre 1920 a Omegna sul Lago d’Orta. Il papà fa il fornaio nella via più importante del paese ma, quando Gianni non ha ancora 10 anni, muore di broncopolmonite. L’ evento lo segnerà per sempre.
Nel 1931 entra in seminario per frequentare il ginnasio ma all’inizio della terza si ritira nonostante gli ottimi risultati e opta per le scuole Magistrali. Nel frattempo va a lezione di violino. Nel 1937 si diploma e inizia a fare il precettore presso una famiglia di ebrei fuggiti dalla Germania.
Inizia a formarsi attraverso la lettura numerosi testi, anche politici, grazie al direttore della Biblioteca civica di Varese che concede al giovane qualsiasi libro richiesto, nonostante il periodo di censura. Si appassiona così a numerosi autori che spaziano dal campo socio-politico a quello filosofico.
Nel 1941 vince il concorso per maestro e va a insegnare ad Uboldo come supplente.
Durante la guerra il suo impegno politico è graduale e dopo il 25 luglio 1943 inizia una collaborazione attiva con la Resistenza. Comincia a lavorare come direttore de “L’Ordine Nuovo”e nel 1947 viene chiamato al quotidiano “L’Unità” di Milano come inviato speciale.
Nel 1950 diventa direttore del settimanale per bambini, il “Pioniere”, e incomincia a scrivere racconti per bambini.
È una sperimentazione linguistica la sua, riportata a una forma semplice ma non banale. Attraverso un uso moderno di parole e immagini, le sue filastrocche e i suoi racconti smuovono il piccolo lettore, lo fanno pensare alimentando in lui curiosità e creatività conoscitiva.
Dalla sua penna nascono nuove animazioni, nuovi personaggi come Cipollino, Giovannino Perdigiorno, il: C’era due volte il barone Lamberto, Gelsomino nel paese dei bugiardi e ..la freccia azzurra.
Vince nel 1970 il Premio Andersen, prestigioso riconoscimento alla sua opera di scrittore per l’infanzia. Muore nel 1980 ma le sue parole rimangono tra noi.